“Signor Primo Ministro, è veramente molto insistente”.
L’uomo politico china il capo sconsolato. “D’accordo. Fatelo entrare, così me ne potrò liberare una volta per tutte”.
Un tempo l’uomo politico provava una qualche forma di timore reverenziale verso colui che ora varca la soglia del suo ufficio, ora non più, non da quando un’altra persona gli ha fatto capire che può esistere un’altra via.
“Ben ritrovato, compagno Vazhin. Le accordo questa visita in rispetto degli anni di servizio dedicati alla causa di questo paese”.
“La decisione che mi ha privato del mio ruolo” inizia subito Vazhin “Proviene dalle sfere più alte del potere, senza dubbio. Proviene sicuramente da lei. Ed io, in rispetto degli anni di servizio dedicati alla causa di questo paese, come ha detto lei stesso, ora merito di sapere perché questo paese mi sta scaricando come se fossi un residuato bellico”.
“Perché lei è un residuato bellico, lei è figlio di un’epoca dalla quale ammetto di provenire anche io. Ma diversamente da lei me ne sono allontanato. Non dirò che è stato Vladimir Menikov ad aprirmi gli occhi, ma di sicuro mi ha aiutato molto a distaccarmi da ciò che ero, dal passato che non può servire a questa gloriosa nazione”.
Notando lo scivolamento nella retorica, Vazhin taglia corto. “Un inesperto alla guida del F.S.B? Questo è davvero ciò di cui questa gloriosa nazione ha bisogno?”.
“Un uomo nuovo con idee nuove alla guida del F.S.B. e della Guardia d’Inverno, sì, è di questo che ha bisogno. Nei suoi cari stati Uniti, colei che fino a poco tempo fa guidava il FBSA era una donna di poco più di 30 anni, l’età attuale di Mekinov”.
“Non è la giovane età che forgia l’uomo e le idee”. Chi è ora che scivola nella retorica, Vazhin?
“Ma nemmeno la maggiore età e io aggiungo neanche l’esperienza. Ogni giorno, fin da quando siamo bambini, sentiamo persone dire che prendono decisioni difficili per il nostro bene e perché loro ci sono passati. E poi quelle decisioni difficili sono anche quelle sbagliate. Non penso che Menikov potrà fare peggio di lei”.
“Io ho dato l’anima per questo paese, le mie decisioni difficili l’hanno salvato più di una volta!”. Vazhin non si trattiene dallo sbattere un pugno sul tavolo.
“Sono sicuro che le famiglie di Valeriy Sovloyev, Katrina Bulikova e Illiych Lavrov concordano con lei”.
Vazhin non aggiunge altro ed esce dalla sala. Quindi ci sono riusciti: l’hanno accerchiato e isolato. Non gli è rimasto più nessuno da contattare. Come diavolo è riuscito un ragazzino con la bava alla bocca ad avere la meglio su di lui?
LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE - PARTE 4
di FABIO VOLINO
Editor: GIUSEPPE FELICI
Base di Gremlin. 25 ottobre.
Il figlio di Gargoyle non vuole proprio saperne di arrendersi. Già due volte i componenti della Guardia d’Inverno sono arrivati vicini a catturarlo, ma lui con la sua mente superiore (ma anche le sue agili gambe hanno fatto la loro parte) è finora sfuggito.
Ed ora sembra di nuovo in una situazione di vantaggio. Ursa Major è a terra privo di sensi e ferito; Stella Nera è ancora prigioniera; Abominio condivide la sua stessa sorte, inoltre è depotenziato e deve ancora riprendere conoscenza. L’unico libero, ma anche lui leggermente ferito, è il Guardiano Rosso, però lui ha una motivazione che a Gremlin manca. Lui è determinato a trovare il mandante del criminale, perché adesso è divenuta una faccenda personale. Molto, molto personale.
Gremlin lancia una raffica energetica contro il Guardiano Rosso, ma prima ancora che questa esca dal suo guanto armato, l’eroe si dirige contro una parete, compie un balzo e vi si appoggia con le gambe che piega fin quando gli è possibile, poi le distende e compie un volo che gli consente di giungere all’altezza dell’armatura di Gremlin. La raffica intanto arriva a destinazione e abbatte un pontile della base. L’onda d’urto risveglia Emil Blonsky dalla sua trance e subito, per ragioni che non è in grado di spiegare, inizia ad avere difficoltà di respirazione.
Gremlin cerca di afferrare il Guardiano Rosso, ma lui si è ben piazzato alle sue spalle ed è irraggiungibile. “Lasciami, mollami, dannazione! Cosa speri di fare?”.
“Voglio sapere tutto del tuo mandante, tutto!”.
“Sai già dove si trova, cos’altro vuoi da me?”.
“Tutto, tu devi dirmi tutto, mostro!” gli grida come un ossesso l’eroe del popolo.
Intanto Stella Nera non può fare a meno di notare lo stato d’ansia di Blonsky. “Stai bene? Che succede?”.
L’uomo non è in grado di risponderle: si è già trovato in manette… sì, quando era Abominio. Blonsky, invece? In che occasione si è trovato in manette?
In quel momento nella base fa il suo ingresso Vanguard, che fino a poco prima era impegnato a consegnare gli alleati di Gremlin alle autorità appena giunte sul posto. Tigre Siberiana, finiti gli effetti della possessione di Stella Nera, era ritornato al suo stato selvaggio, ma ormai era già (nuovamente) in gabbia. La prima a notare il suo ingresso è Elena Ivanova: per lei è un altro estraneo, un nemico, vuole farle del male. Subito i suoi poteri psichici si attivano e Vanguard si inginocchia gridando di dolore.
Stella Nera ode la sofferenza di suo fratello ed esclama la più classica delle frasi in queste occasioni. “Basta, lascialo stare! Non siamo noi il tuo nemico”.
In qualche modo queste parole fanno breccia nella mente di Elena Ivanova, che interrompe il suo attacco. Ma solo per qualche istante. Tuttavia sono gli istanti di cui ha bisogno Vanguard: sa che la tregua non durerà a lungo e tenta una mossa azzardata, ma non ha nessun’altra freccia al suo arco.
Elena Ivanova rinnova il suo attacco, ma stavolta le sue energie psichiche incrociano la loro strada con le staffe di Nikolai Krylenko. E come accade con tutti coloro che hanno l’avventatezza di lanciare un assalto frontale contro l’eroe, la forza dell’attacco viene rispedita al mittente. Elena Ivanova assaggia la sua stessa medicina e in un solo secondo tutto il dolore che ha causato viene amplificato nella sua mente e la porta al limite. Non ha nemmeno il tempo di urlare che i suoi occhi si chiudono e la sua testa crolla in maniera innaturale. Vanguard, esausto per lo sforzo, perde i sensi. Nel frattempo la crisi di respirazione di Blonsky aumenta a livelli esasperanti.
Volvograd.
“Ti avviso subito, Shatalov, che non andremo a Mosca per il momento” dice Dimitri Bukharin “La tua prima missione ufficiale ti attende”.
“Vedo che sei già diventato un ottimo politico, Bukharin. Racconti già la tua dose di menzogne. E la missione sarebbe…”.
“Dovrai essere la mia guardia del corpo”.
“Non posso fare a meno di notare un desiderio di rivincita dietro questo incarico”.
“Nessuna rivincita, né voglia di dimostrarmi superiore a te. Bisogna catturare un fuggitivo, ed è molto pericoloso. Io non posso indossare un’armatura, dunque dovrai pensarci tu”.
“Chi sarebbe questo fuggitivo?”.
“Un fantasma del passato”.
Base di Gremlin.
Il criminale passa a una nuova strategia. Attiva i retrorazzi posti sui piedi dell’armatura e parte diretto contro una parete. Il Guardiano Rosso capisce cosa vuole fare, da dietro la sua schiena si piazza sul davanti in un tempismo perfetto e quando Gremlin cozza contro la parete assorbe lui la maggior parte dell’impatto.
Si stacca dalla parete e prova ad afferrare l’eroe del popolo con le sue mani armate, ma lui compie un altro salto ed è sopra la sua testa. In equilibrio precario, lo colpisce più volte col suo scudo. Gremlin ha facile gioco e attiva ancora i retrorazzi. Il Guardiano Rosso perde definitivamente l’equilibrio e precipita, solo all’ultimo istante si aggrappa ad una gamba di Gremlin. Non resisterà a lungo e basta che il criminale attivi ancora una volta i retrorazzi perché il loro calore gli faccia perdere la presa… o peggio.
Nel mentre qualcosa accade nella mente di Blonsky, qualcosa che non era mai stato rivissuto in tutti questi anni in cui è stato Abominio. La sua mente va ad un punto lontano del suo passato, lui è prigioniero, davanti al suo volto c’è un uomo dai tratti orientali, un militare come lui. L’uomo gli appoggia un palo rovente sul petto.
Blonsky grida e nel contempo cresce di dimensioni, la sua pigmentazione cambia ed in un istante è di nuovo Abominio. L’orrore di quello che ha provato in passato è di nuovo dimenticato. Le maggiori dimensioni gli consentono di spezzare le manette che lo tengono prigioniero e la sua forza è così possente che anche Stella Nera si ritrova libera. Dunque non ha perso del tutto i poteri, sembra che si attivino solo in una situazione di forte stress, come accade a… come…
“Come Banner” dice.
Abominio nota la battaglia tra Gremlin e il Guardiano Rosso e senza perdere tempo si lancia in azione. Compie un balzo e spinge il criminale nuovamente contro una parete della base. Il Guardiano Rosso perde definitivamente la presa e precipita, ma Stella Nera è subito pronta e blocca la sua caduta afferrandolo con una spira oscura e posandolo a terra.
Abominio e Gremlin precipitano rovinosamente. Si rialzano e rimangono bloccati in una presa alle mani. In breve il colosso di giada ha la meglio e gli arti armati vengono strappati con forza. Blonsky poi afferra ciò che rimane dell’armatura Titanium e lo scaraventa contro un macchinario. Tra le scintille che volano, Abominio è subito lì ed estrae Gremlin da un’armatura ormai inservibile.
Mentre tiene il criminale svenuto tra le sue mani, le parole che gli disse Vazhin prima che partisse per questa missione gli tornano alla mente. “Non trattenerti, usa ogni mezzo che ritieni necessario. Uccidi, se devi”.
Abominio guarda Gremlin, poi il volto di Betty Ross compare nella sua mente. Quando il Guardiano Rosso si rialza, Blonsky gli è accanto e posa a terra il criminale. “La missione è conclusa”.
Cremlino.
“Dobbiamo procedere in fretta” dice Menikov “Sono stato informato che l’attuale formazione della Guardia d’Inverno ha completato la propria missione. Presto il Guardiano Rosso mi contatterà e devo essere pronto”.
“Abbiamo già quattro componenti della nuova formazione” dice Katrina Bulikova “Oltre a me, ci sono Bullski, Orekhov e Shatalov”.
“Che si occuperà di reclutare il quinto componente, mentre tu penserai al sesto. Il tuo prossimo obiettivo ti attende alla periferia di Kiev”.
“E sui fratelli? Hai già preso una decisione?”.
“Su Laynia Petrovna e Nikolai Krylenko? Ho preso una decisione dal momento esatto in cui ti ho prelevata dalla Forza Oscura. Non mi fido di loro due: sono figli di un terrorista di cui non hanno mai rinnegato pubblicamente le azioni e fin troppe volte si sono ribellati alle autorità. Devo ancora prendere una decisione su Ursa Major, ma è più probabile che la prenda lui al posto mio”. Katrina nota che l'uomo alterna nei suoi confronti sia il lei che il tu... sembra che usi questa seconda forma solo quando vuole essere, paradossalmente, meno formale. Curioso.
“E il Guardiano Rosso?”.
“Deve solo fare quello che ha sempre fatto: eseguire gli ordini”.
Siberia Occidentale.
Pesantemente ammanettati, Gremlin e i due Red vengono fatti salire su un furgone corazzato. Stessa sorte che capita all’Unicorno, sul quale è stato piazzato un casco che gli impedisce di lanciare i suoi raggi. Tigre Siberiana sta per unirsi a loro, ma c’è qualcuno che non è d’accordo.
“Un istante” interviene il Guardiano Rosso “Stella Nera, è ancora sotto il tuo controllo?”. La donna annuisce. “Allora lui viene con noi”.
“Non capisco perché” si interroga Ursa Major.
“La missione non è ancora finita. Il mandante di Gremlin è ancora a piede libero. Sappiamo dove si trova, ma non possiamo setacciare una città intera senza attirare la sua attenzione. Questo Tigre Siberiana, da quanto ho capito, ha un olfatto ipersviluppato e Gremlin mi ha confessato che una volta il suo mandante ha visitato la sua base. Questo vuol dire che Tigre Siberiana sa qual è il suo odore e può rintracciarlo. La missione non è conclusa finché tutti i responsabili del mancato colpo di stato non saranno dietro le sbarre, dovessimo anche arrestare Capitan America”.
“Signore” interviene in quel momento un soldato “C’è una chiamata riservata per lei”.
Mentre l’eroe del popolo va a rispondere, Stella Nera torna dentro la base da suo fratello. Sta arrivando un trasporto speciale ed uno staff medico per Elena Ivanova, vista la particolarità della sua situazione.
“Non sono un medico” dice Nikolai “Ma c’è ancora battito al polso, è ancora viva. In qualche modo. Non so se possa ancora mostrare qualche segno di attività cerebrale”.
“Ti sei solo difeso, fratello”.
“Lo so, e non mi incolpo di nulla. Ma non posso fare a meno di pensare che questa donna è una vittima delle circostanze e, mentre tutti gli altri sono ancora vivi, lei potrebbe alla fine pagare il prezzo più alto”.
“E allora quello che dobbiamo fare è lottare anche per lei. Lottare per le cause giuste, non per quelle che qualcuno si arroga il diritto di decidere come tali: è quello che abbiamo sempre fatto, è quello che sempre faremo, a costo di subirne le conseguenze”.
Nel frattempo Abominio, tornato alla forma umana di Emil Blonsky, ha recuperato un cellulare satellitare da uno dei soldati e dopo qualche chiamata ha trovato una persona che può risolvere il suo dilemma.
“Banner. Sono io, Blonsky”.
“La comunicazione deve essere disturbata” risponde Bruce Banner dalla sua dimora su una spiaggia della California “Ti sento bene, eppure la tua voce sembra più…”.
“Debole? Sì, è così. Un nostro comune nemico di nome Gremlin ha usato uno strano macchinario su di me, non ho capito bene quale. Ora divento Abominio solo in situazioni di forte stress”.
“Come…”
“Sì, come succede a te, lo so. Adesso verranno a sequestrare tutti i suoi macchinari, ma io troverò quello che ha usato su di me e tu dovrai esaminarlo. Voglio che trovi un modo per far sì che io torni umano in maniera definitiva”.
“Blonsky, cerco una cura da Hulk da anni e…”.
“Scusa, Banner, ma io non sono come te. Abominio non è Hulk, non è un aspetto del mio sab… sub… quello di cui parla sempre Samson… è semplicemente un incidente di laboratorio. E oggi ho scoperto che non è irreversibile. Io ho una famiglia a cui tornare, Banner, l’ho ritrovata dopo tanti anni, ma Abominio mi impedisce di lasciarmi alle spalle il passato. Inoltre pensa al bene che faresti se liberassi il mondo da una piaga simile. Questo è il discorso che a te interessa, aldilà del rapporto di odio che ancora ci lega”.
“E come fai a essere così sicuro di mettere le mani su quel macchinario? Non sei dietro le sbarre in questo momento?”.
“Ecco la novità, Banner. Ora sono un agente del governo… in incognito, ma pur sempre un agente”.
“Sei nella Guardia d’Inverno?”.
“E tu non sei stato nei Vendicatori? Sai che mi spaventano queste analogie che ci sono tra te e me? Quasi quasi rimpiango il tempo in cui ero nello spazio”.
Intanto il Guardiano Rosso, in un altro furgone le cui portiere sono state chiuse, si mette in comunicazione con colui che lo ha contattato.
“Vazhin?” chiama.
“Sono spiacente, Guardiano Rosso, da ieri Vazhin è stato estromesso da tutti i compiti che aveva in precedenza. Ora parli con Vladimir Menikov, nuovo capo del F.S.B. e… tuo nuovo superiore. Sono stato informato del buon esito della missione, ti faccio i miei complimenti”.
“Ascolti, signore, io non so chi lei sia, ma a me i giochi di potere non interessano. So solo che la missione non si è ancora conclusa: il mandante di Gremlin è ancora a piede libero e abbiamo una buona pista su di lui”.
“Potresti occupartene in un secondo momento”.
“No!” quasi grida l’eroe “Dobbiamo seguire la traccia finché è calda, dobbiamo coglierlo di sorpresa. Quest’uomo, chiunque sia, ha attentato alla sicurezza di questa nazione e questo lo rende ai miei occhi un terrorista, che deve essere arrestato”.
“Sai, Guardiano Rosso, ero stato informato della tua determinazione. E vedo che era una fama ben meritata. Hai l’autorizzazione a proseguire con questa missione, fino alla cattura del mandante di Gremlin… lui cosa ha detto?”.
“Si è ostinato a non dire nulla del suo mandante, tranne quello che ci ha rivelato con un nostro inganno. Continua a dire che non abbiamo idea del suo potere, che quello che gli farete voi è nulla in confronto a quello che dovrà subire quando si saprà del suo tradimento”.
“Faremo allora in modo che la nostra sia l’unica giustizia che lo condannerà. Torna dai tuoi uomini, Guardiano, ma per il momento non dire loro del cambio al vertice. La loro mente deve rimanere concentrata sulla missione. Sei d’accordo?”.
L’eroe del popolo rimane un attimo interdetto, poi dice:”Farò quanto lei mi ha chiesto. Chiudo”. Poi esce dal furgone e si dirige senza esitare verso Ursa Major. “Mikhail Ursus, ci è andata bene. Ma prova un’altra volta a fare una mossa del genere senza consultarmi e sei fuori subito da questa squadra!”.
Ursa Major non replica. La sua mente torna alle parole di Gremlin, al fatto che potesse curarlo. Lui gli ha detto che è impossibile… ma il primo a non crederci era lui.
Poco fuori Volvograd.
“Bukharin, vorrei sapere perché stiamo aspettando qui da ore. Ormai è quasi mezzanotte”.
“Shatalov, comincio a rimpiangere di averti fatto indossare quella armatura. Ora vedi di fare silenzio, dobbiamo essere furtivi”.
“Furtivi con un’armatura? Obiettivo ambizioso”.
“La persona che dobbiamo arrestare è molto pericolosa, ma non ho voluto con me un reparto armato... ci sarebbero state sicuramente delle vittime. Dobbiamo coglierla di sorpresa nel sonno”.
“Invece se muoio io nessun problema, eh? Posso sapere ora chi è questa persona?”.
Bukharin gli fa segno di abbassare la voce, mentre inizia ad incamminarsi verso una abitazione solitaria poco distante.
“Bukharin, come fai a sapere che sta dormendo? Potrebbe stare guardando la televisione o perdere tempo su Facebook”.
“Tu rimani qui. E comunque in questa zona non c’è né televisione né computer”.
“Una esistenza terribile”.
Dimitri Bukharin arriva davanti alla porta della casa, prende una chiave e senza alcuna difficoltà la apre cercando di fare il tutto nel massimo silenzio. L’interno è immerso nell’oscurità e così l’uomo indossa degli occhiali per la visione notturna. Avanza lentamente ma con sicurezza, fino ad arrivare davanti all’ingresso della camera da letto. Apre una seconda porta e… il suo obiettivo è davanti a lui, ben sveglio. Lo stava aspettando.
Bukharin corre via, ritrovando all’ingresso Shatalov che non ha saputo resistere alla curiosità.
“Stai giù!” gli grida Bukharin oltrepassandolo.
“Ma cosa…” riesce a esclamare Shatalov prima che qualcosa di incredibilmente potente lo colpisca al centro della sua armatura e gli faccia provare il brivido di un volo non programmato ed un atterraggio non proprio leggero. Pochi secondi dopo Bukharin è di nuovo al suo fianco.
“Ma chi diavolo è il nostro obiettivo, posso saperlo ora?” chiede un Valentin Shatalov spazientito.
“Pensavo fosse abbastanza chiaro” risponde Bukharin mentre l’intera abitazione crolla alle loro spalle “Chi altri se non Mylos Masaryk, il primo Unicorno?”.
Note: Anche la minaccia superumana che la Guardia d'Inverno avrebbe dovuto affrontare era chiara nella mia mente da subito. C'era questo Omega Red, nemico di Wolverine in particolare, ma (quando uno fa degli studi classici, è questa la controindicazione) omega è solo l'ultima lettera dell'alfabeto greco. E poi c'era quell'Epsilon Red, che conoscevamo solo in tre. "Mi sembra chiaro, ci sono altri come loro con le restanti lettere dell'alfabeto greco!". Ed ecco nato l'Esercito dei Red, il cui spettro ancora aleggia su questa saga. Per la storia del pensiero semplicistico, potete fare riferimento alle Note del numero scorso, anche se penso che questa idea fosse debitrice dell'Arma X ideata da Morrison durante il suo ciclo di New X-Men (ovvero che Wolverine fosse l'esperimento numero dieci).
Con un prologo forse un po' troppo lungo (Vibro? Ma per cortesia!), la saga nella mia mente avrebbe dovuto concentrarsi su Katrina Bulikova e sull'emergere dei suoi poteri della Forza Oscura. Solo che accadde quello che avevo temuto fin dal principio: era tornato sulla scena anche il Guardiano d'Acciaio e si prese le luci della ribalta, essendo il personaggio feticcio di Carlo Monni che metteva su carta virtuale i miei soggetti. Aggiungiamo a questo che ebbi la pessima idea di coinvolgere anche la seconda Vedova Nera, Yelena Belova, e la frittata fu fatta. Questa seconda saga durò sei numeri, fino al nr. 24.
Intendiamoci, sono abbastanza contento ancora oggi del risultato finale, ma potevo fare di meglio. Mi viene il dubbio che il fatto che un paio dei Red siano comparsi qui voglia dire che io intenda infine dire la mia sulla vicenda. La verità comunque è che allora cominciavo, già sul finale, a mostrare i primi segni di quella stanchezza che mi avrebbero portato a staccarmi per molto tempo da MarvelIT. Eppure c'era ancora la terza saga da fare, sarei riuscito a portare avanti i miei piani narrativi come li avevo concepiti in origine?
Sicuramente... CONTINUA